Fruizione

Escursionismo

Periodo consigliato

Tutto l’anno

Classificazione

Provinciale di media e bassa montagna

ATL di riferimento

Ente Turismo Langhe Monferrato Roero

Difficoltà

T

Lunghezza

61,80 Km

Tempo di percorrenza

15 ore 50 min

Dislivello salita

190 m

Punto di partenza

Piano Molini d’Isola
14057 Isola d’Asti AT
127 m

Punto di arrivo

Montegrosso d’Asti
14048 Montegrosso d’Asti AT
220 m

  • TAPPA 1 PIANO MOLINI D’ISOLA - AZZANO D'ASTI

    Lunghezza: 19,10 km


    Tempo di percorrenza: 4 ore 35 min


    Dislivello salita: 77 m


    La Via del Mare inizia ad isola d’Asti, in prossimità del concentrico (Fraz. Molini) e, in particolare, nel punto in cui è possibile a salire al una delle frazioni più suggestive, che offrono un panorama particolare sulla vallata. La cosiddetta ‘Villa’ di isola. Dalla pianura dei Molini (quota 125 s.l.m.) al suggestivo piazzale di Isola Villa (quota 250 s.l.m.) La strada percorre un sito scosceso e già oggetto di movimenti franosi, ove interessante l’osservazione del bosco e del panorama che via via si apre alla vista. All’arrivo, a Isola Villa, si può raggiungere piazza Giuseppe Gallo, punto panoramico e suggestivo per osservare una vasta area del territorio del fiume Tanaro. È evidente il cambio di paesaggio tra l’area della piana, fortemente infrastrutturale e urbanizzata, e la collina, dove il nucleo storico di questo paese offre scorci di particolare e tipica bellezza. Il paesaggio manterrà questa caratteristica anche proseguendo verso Mongardino (quota 275 s.l.m.), attraverso la frazione San Sebastiano, dove la strada, asfaltata ma poco frequentata, permette di arrivare al paese di origine romana, le cui vicende storiche sono raccontate nel libro di uno dei suoi cittadini più illustri, Alfredo Don Bianco. Punto di riferimento nella frazione San Sebastiano la presenza della cappella, posta sull’incrocio, punto di sosta e di incontro degli abitanti. Interessante l’abitato di frazione Madonna, caratterizzata da una chiesetta ottocentesca con campanile in mattoni affiancato alla canonica. Immediatamente dopo l’abitato, dopo circa 1 Km, si riprende il cammino attraverso le colline a vigneto, tipiche di questa zona, che coprono quasi interamente i pendii ondulati delle colline tra Mongardino e Vigliano. Proseguendo lungo il percorso si arriva nel comune di Vigliano, quota 220 m s.l.m, dove si trova la Frazione di Valmontasca, importante geosito caratterizzato da numerosi affioramenti fossiliferi, il più famoso è quello del 1959 che portò alla luce lo scheletro fossile di una balenottera pliocenica di circa 8 m, in buone condizioni conservative e di completezza. Attualmente il fossile è conservato nell’Istituto di geologia e Palentologia dell’Università di Torino. I territori presenti in quest’area dell’Astigiano infatti risultano di origine pliocenica e storicamente sono diventati famosi per i numerosi ritrovamenti fossili di grande e piccola entità che hanno contribuito ad ampliare notevolmente la storia locale. Il crinale verso frazione Sabbionera, presenta notevoli scorci di interesse paesaggistico e si caratterizza, ancora, per le coltivazioni a vigneto miste a bosco, lungo i pendii più scoscesi. In prossimità della frazione Sabbionera l’itinerario consente una variante (1A), descritta oltre. La variante permette di arrivare a Montegrosso – Montaldo e ha un secondo punto di aggancio con l’itinerario in località cascina Massiri. Il tratto successivo di itinerario, dopo circa 2 Km, attraversa l’abitato di Montemarzo: il nucleo rappresenta bene un sistema edificato ricorrente nell’Astigiano con un aggregazione di crinale, per la quale strada principale è elemento unificante e dove si trovano, di fatto, tutti gli accessi, in ragione della conformazione della collina. Lungo il tragitto verso Azzano, merita una sosta, per essere immersa totalmente nel verde, quanto rimane di una cappella semiabbandonata, posta in un luogo interessante da un punto di vista panoramico. Arriviamo quindi ad Azzano, punto conclusivo di questa prima tappa, che si connota per un cambio di paesaggio per un graduale aumento delle superfici a coltivo e a bosco e riduzione della coltivazione a vite, principalmente per i cambi di pendenza e le caratteristiche morfologiche della collina, che la strada in buone condizioni percorre. Il territorio di Azzano è caratterizzato dalla presenza del fiume Tanaro, che ne caratterizza principalmente il paesaggio e la conformazione morfologica: si tratta infatti di basse colline sabbiose che diventano più pianeggianti a sud del fiume, colline dove il pioppo è l’elemento arboreo principale e più diffuso. Il centro storico del paese risulta di particolare rilevanza storica culturale grazie alle fonti documentarie relative al territorio. L’origine del borgo infatti è fatta risale al XII secolo, periodo in cui è presente la prima traccia storica scritta documentaria in cui è citata la presenza di un castello.

    Approfondimenti

  • TAPPA 1A FRAZIONE SABBIONERA - FRAZIONE MONTALDINO

    Lunghezza: 4,80 km


    Tempo di percorrenza: 1 ora 10 min


    Dislivello salita: 55 m

    Da frazione Sabbionera e da località cascina Massiri, la variante si articola in un fondovalle con presenze di coltivi a tipologia mista e, in parte, a bosco per salire sul crinale opposto dove, prima di giungere a Montaldino, merita una sosta la chiesa della borgata, il cui piazzale offre interessanti scorci del paesaggio.

    Approfondimenti

  • TAPPA 1B CASCINA MASSIRI - BIVIO TAPPA 01A

    Lunghezza: 4,20 km


    Tempo di percorrenza: 1 ora 10 min


    Dislivello salita: 140 m


    Piccola variante di collegamento che dal tracciato principale sul fondovalle presso Cascina Massiri sale verso Rocca d’Arazzo e si dirige quindi verso Montegrosso d’Asti

    Approfondimenti

  • TAPPA 2 AZZANO D'ASTI - BELVEGLIO

    Lunghezza: 17,90 km


    Tempo di percorrenza: 4 ore 15 min


    Dislivello discesa: 65 m


    Partendo dal centro storico di Azzano, quota 204 s.l.m., proseguiamo per un Km verso il concentrico di Rocca d’Arazzo su cui domina Palazzo Cacherano, oggi sede comunale, e in passato sede della famiglia dei Signori Cacherano della Rocca. Accanto ad esso si trova un parco da cui si può vedere una splendida vista sulla vallata del Tanaro e sulla città di Asti che ha valso al paese il soprannome di “Balcone sul Tanaro”. Di notevole importanza sono inoltre la parrocchiale di Santo Stefano e Genesio e la chiesa di Santo Stefano e Santa Rita, originaria dell’anno 1000, e dalla quale si può avere un panorama che abbraccia tutte le Alpi. Proseguendo per circa 4 km, la strada divide l’area boscata da quella di fondovalle, lungo la piana del Tanaro, si arriva cosi al punto intermedio della seconda tappa, il Parco Naturale di Rocchetta Tanaro, gestito dall’Ente Parchi con sede nell’ostello regionale. Il Parco Naturale ha una grande rilevanza naturalistica sul territorio, già affermata e riconosciuta. Si estende per 123 ettari su altitudine compresa tra 110 – 123 m s.l.m.. Morfologicamente il territorio fa parte del complesso collinare costituito da sabbie gialle del Villafranchiano e perciò soggetto ad intensa attività erosiva. La superficie del parco è prevalentemente a bosco caratterizzato da querceto misto in cui dominano la rovere e la farnia. Di grande importanza naturalistica per la storia del bacino astigiano è stato lo studio della vegetazione distribuita nel parco. All’interno del parco il “Grande Faggio” rappresenta l’elemento arboreo di importante pregio storico – naturalistico, esemplare ultrasecolare di altezza superiore ai 25 m e con una chioma dal diametro di oltre 20 m, che funge da testimonianza vivente delle storiche faggete un tempo diffuse nell’ultimo periodo glaciale. Il punto di appoggio è rappresentato dall’ostello didattico Pacha Mama, ostello interno al parco e molto attivo dal punto di vista di eventi ricreativi e didattici. La seconda tappa si conclude quindi proseguendo l’itinerario lungo il sentiero che collega il Parco di Rocchetta Tanaro al comune di Belveglio. Proseguendo sul percorso dal parco verso Sud si sale leggermente di quota arrivando dopo solo 8,5 km a Belveglio. Il percorso presenta in gran parte le stesse caratteristiche paesaggistiche presenti nella tappa precedente. Il territorio di Belveglio risulta circondato dalle colline di vigneti e dalle aree boschive famose per la produzione di tartufi bianchi, tipici del Monferrato

    Approfondimenti

  • TAPPA 3 BELVEGLIO - CASTELNUOVO CALCEA

    Lunghezza: 12,50 km


    Tempo di percorrenza: 4 ore 10 min


    Dislivello salita: 110 m


    Partendo dalle colline di Belveglio si procede verso Sud per circa 7 km e salendo di quota si arriva nei territori di Vinchio, quota 261 m s.l.m., famoso per la produzione di vino e per numerosi eventi ad esso collegati. Il concentrico è di rilevante importanza in quanto risulta l’intersezione tra tre strade di origine romana (Ramaudio, Luparia e Fonsmagna). Il territorio prevalentemente collinare è famoso per la coltivazione di vite di uve sia bianche che rosse. Di notevole importanza risulta essere, inoltre, l’area naturale della Val Sarmassa. L’area racchiude in se valenze paleontologiche e naturalistiche caratteristiche dell’Astigiano, oltre ad avere molta importanza dal punto di vista paesaggistico e storico-letterario. Su queste aree, infatti, sono ambientate molte delle storie raccontate da Davide Lajolo, giornalista e scrittore nato a Vinchio. Si attraversa quindi il territorio del comune di Vinchio, le cui prime testimonianze storiche risalgono al 948 d.C., per proseguire quindi verso frazione Noche per circa 3,5 Km. Da frazione Noche è possibile incamminarsi lungo la variante 3A che conduce a San Marzano Oliveto. La tappa quindi va verso la sua conclusione proseguendo per circa 6,5 Km arrivando nel centro storico di Castelnuovo Calcea. Il nome deriva dalla denominazione ‘Castrum Novum’ (nuovo accampamento), mentre Calcea da ‘ad calcarias’ (strada rincalzata), quale poteva essere la via romana che richiedeva spesso lavori di rincalzo. Dopo i Galli e i Celti sulle terre dove sorge Castelnuovo dominarono i Longobardi e i Franchi. Prima di essere ceduto alla Casa Savoia nel 1735 fece parte del Ducato di Milano. Il paese sorge in una posizione panoramica, da dove si possono ammirare le innumerevoli colline coltivate a vigneto che forniscono alcuni dei prodotti più rinomati del territorio: barbera, Grignolino, Cortese e Dolcetto.

    Approfondimenti

  • TAPPA 3A FRAZIONE NOCHE - CASCINA QUAGLIA

    Lunghezza: 5,60 km


    Tempo di percorrenza: 1 ora 15 min


    Dislivello discesa: 100 m


    Da frazione Noche possiamo intraprendere la variante 3A la quale dal crinale scende verso valle, attraversando campi a coltivazione mista e aree boscate.

    Approfondimenti

  • TAPPA 4 CASTELNUOVO CALCEA - MONTEGROSSO D'ASTI

    Lunghezza: 12,30 km


    Tempo di percorrenza: 2 ore 50 min


    Dislivello discesa: 30 m


    Castelnuovo Calcea è un punto fortemente rappresentativo di questo territorio, per la presenza dei vigneti e la conformazione delle colline che degradano verso la valle. Di particolare interesse il sistema delle cascine e dei relativi impianti vinicoli a sud-est dell’abitato, dove di particolare interesse, la cascina La Court, dove l’azienda vitivinicola di Michele Chiarlo, ha da tempo scommesso sulle valenze paesaggistiche e sull’unicità di questo territorio, organizzando appuntamenti con l’arte, che vedono la presenza di artisti che coniugano le loro opere al paesaggio. L’attività della cascina è bene documentata attraverso il sito www.lacourt.it, ove sono elencate le iniziative e le manifestazioni che si concretizzano in una serie di eventi estivi, molto seguiti a livello regionale ed interregionale, occasione d’incontro e scoperta di molti turisti. Le prime informazioni storiche di Castelnuovo Calcea risalgono al 1342 quando ancora era presente il “castello” a cui deve il nome. L’importante posizione strategica di questo e, di conseguenza, dell’abitato, ha comportato che tale territorio fosse, nel corso dei secoli, soggetto a numerosi scontri e passaggi di proprietà tra diverse casate. Nel XVII secolo in seguito ad una rivolta degli abitanti, il castello venne dato alle fiamme. Oggigiorno i resti di tale complesso sono di proprietà del comune che, negli anni, ha avviato delle opere di riqualificazione. Una menzione merita, inoltre, la presenza del centro culturale “Angelo Brofferio”. Il tratto tra Castelnuovo, Moncucco e Mombercelli, è molto vario ed offre sia la vista sui vigneti che sulle aree boscate di particolari suggestioni per la tranquillità. Mombercelli, le cui prime notizie risalgono all’epoca longobarda, è un centro abitato nel quale possiamo ammirare importanti testimonianze d’arte quali la parrocchiale dedicata a S. Biagio, (1605), il palazzo comunale (fine XIX sec.), il Museo Civico d’Arte Moderna (MUSarMO) che comprende opere di artisti rappresentativi del novecento italiano e, infine, il Museo Storico della vite e del vino. Proseguiamo la tappa e, attraversando il concentrico di Montaldo Scarampi giungiamo a Montegrosso d’Asti, termine della tappa e dell’itinerario La Via del Mare nonché punto d’inizio dell’itinerario Dalla Langa al Monferrato. A Montegrosso d’Asti, quota 240 m s.l.m., si può ammirare il centro storico del paese con le sue peculiarità locali e soprattutto il suggestivo paesaggio collinare appartenente alla Val Tiglione, aree famose per le colline del Barbera e per gli eventi e le attività ad esso connesse. Si può così raggiungere facilmente il castello di Montegrosso, risalente al XII secolo, esempio di come la cultura storica locale e quella vinicola possano fondersi e generare un polo attrattivo di rilevanza ancora maggiore. Il castello infatti, imponente per la mole e per la presenza di due torri di controllo, ospita oggi un’azienda vinicola e relativa cantina. Il comune inoltre offre durante l’anno alcuni eventi rilevanti enogastronomici quali la Fiera del Barbera a Maggio, vino prevalente locale, e la fiera del tartufo a Novembre.

    Approfondimenti